La ricostruzione dell’evoluzione delle sonorità techno, con un capitolo sulla Psy-trance in Italia in cui Paolo Magaudda intervista l’antropologo Graham St. John.
Apocalypso disco
Alla fine degli anni ottanta, l’elemento della musica techno si è imposto come un macrocodice virale sul quale migliaia e migliaia di giovani si sono riconosciuti. Nei due decenni a seguire è avvenuta una fissione nucleare che lo ha scisso in piccoli atomi: il breakcore, l’8 bit, la gabber, il mashup, la goa-trance, il mutant dancefloor… Una galassia internazionale quasi impossibile da raccontare.Riccardo Balli è nella scena dal suo inizio ed è senza dubbio il maggior esperto italiano in materia.
 L’antropologo australiano Graham St John
In questo testo analizza le diverse ramificazioni musicali e attitudinali del post rave attraverso racconti orali, remix letterari, interventi visionari e interviste a produttori e protagonisti. L’obbiettivo è puntato sulle dinamiche di carattere politico che hanno generato gruppi d’assalto, situazioni estreme e nuovi stili di vita: speedcore, comunità psy, c8.com, Elevate Festival e il mondo delle chiptune. Una moltitudine di rumori, idee e movimenti il cui suono spurio e trasversale prende il nome di Apocalypso disco.
Uno degli ultimi capitoli, scritto da Paolo Magaudda, è dedicato alla storia della musica Psy-trance e contiene una discussione con l’antropologo australiano Graham St John sulle sue ricerche sulla musica elettronica da ballo e sulle sue esperienze etnografiche in Italia.
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